La Venere nel piatto
Cucinare è poesia.
Ma cosa c’è di poetico nel distruggere l’ambiente che ci circonda? Solo perchè qualcuno ha deciso che dobbiamo essere numeri e quindi dobbiamo comportarci come una massa uniforme spostata dal vento.
E siamo proprio sicuri che c’è qualcuno che decide? O siamo noi a decidere per noi stessi? Proviamoci.
Questo Nero Venere è il sudore di una piccola azienda del Vercellese, dove nasce il riso italiano. Ecorì.
Non ho nulla contro la globalizzazione finchè questa non devasta la soggettività delle terre, ma popoli si mescolano per costruire quando c’è uno scambio equo tra essi stessi. Importare un tipo di coltura e adattarla ad un territorio è costruire!
Con degli asparagi di mare o frutta candita, con delle alghe o semplice verdura dell’orto; con una carbonara di mare o magari con un cuore di carciofo, scampi e buccia di limone di Sorrento.
Stappate una bottiglia di Trebbiano di Emidio Pepe e riscoprite la vera essenza dell’essere ITALIANO! ”
“Un equilibrio in vigneto, raggiunto dopo anni di lavoro, grazie alla mano esperta del viticultore Emidio, che con 50 anni di vendemmia sulle spalle ha saputo regolare in maniera perfetta nutrimento delle piante, lavorazione del terreno, potatura e vegetazione delle viti, limitando ogni tipo d’intervento in vigna ed in cantina.
Non si utilizza nessun prodotto sistemico, nemmeno nelle annate e nelle condizioni più difficili.
Non si usano lieviti selezionati per far partire la fermentazione alcolica e non si aggiungono enzimi per favorire la genesi dei profumi; dall’industria biotecnologica non si acquistano neanche batteri utili a innescare la fermentazione manolattica.
Sia in vigneto che in cantina infatti si utilizzano solo prodotti naturali come cristalli di rame, zolfo di miniera e preparati biodinamici.”